Zooantropologia Didattica
cenni
Attraverso una corretta relazione in cui gli animali sono valorizzati, i bambini vengono aiutati a sviluppare empatia, ad integrarsi e a collaborare tra loro e molto altro. La zooantropologia didattica si basa sulla relazione con gli animali per agevolare il processo formativo e informativo dei bambini – ma non solo. Spesso i bambini non conoscono gli animali poiché la società odierna non permette di incontrarne cosi che il bambino rischi di attribuire agli animali caratteristiche umane, o che lo consideri un giocattolo. Si tratta di educare alla relazione corretta con gli animali, valorizzandoli nelle loro caratteristiche “diverse” da quelle dall’essere umano. Inoltre si tratta di educare mediante la relazione con gli animali attraverso la conoscenza delle loro qualità e capacità, per facilitare alcuni processi evolutivi dei bambini…
La zooantropologia didattica volge a dare i fondamenti teorici e applicativi per creare progetti della stessa nelle scuole, ludoteche, centri ricreativo-didattici e centri per vacanze estive. Offre le conoscenze dettagliate per realizzare progetti ad hoc che aiutino l’insegnante a raggiungere obiettivi di massima sul gruppo classe come favorire la prosocialità di bambini e ragazzi e l’integrazione della classe, l’affiliazione, la cooperazione, l’accoglienza e la comprensione alla diversità fra culture e generi.
Qualche regola sulle carezze e la manipolazione.
Capita frequentemente che molti cani, per motivi filogenetici e ontogenetici (sviluppo), non abbiano una buona consapevolezza del proprio corpo e di conseguenza non amano essere manipolati e accarezzati. Sia con un soggetto in età evolutiva sia con un soggetto adulto, possiamo iniziare un percorso graduale di manipolazione per fare in modo che aumenti il piacere del contatto con le nostre mani. E’ bene ricordare che tutto ciò va fatto in comodità, sia il cane sia il proprietario devono essere in una condizione di rilassatezza.
Chiameremo zone Fredde quelle che non creano motivo di disagio se tocchiamo il cane, e generalmente è il tronco del suo corpo. Le zone Calde solitamente sono gli arti, la testa e il posteriore. Partendo dalle zone non problematiche, possiamo usare il dorso della mano che è più delicato, sfiorando il cane fino a che non mostra segni di disagio, andando via via a trasformare le zone calde in fredde. Secondo le caratteristiche del cane valuteremo se usare il dorso o il palmo della mano e una pressione adeguata seguendo sempre il senso del pelo. Ad ogni modo la parte finale della carezza dovrà terminare in modo più dolce, con la mano che scivola via facendo sempre meno pressione. Gli obiettivi sono: cercare di diminuire il più possibile le aree problematiche aumentando le zone fredde e favorendo nel cane la consapevolezza del proprio corpo, rendendolo così un soggetto più sicuro e sereno. Questo sarà di aiuto anche in tutte le attività quotidiane, o se dobbiamo portare il cane dal veterinario o dal toelettatore. Ricordiamo che è sempre fondamentale non dimenticare la soggettività, in altre parole, un cane può amare i grattini sul posteriore e un altro prediligere i massaggi sul collo. Ricordiamoci sempre di non pretendere di toccare cani sconosciuti perchè possono non gradire. Va posto l’accento sull’individualità e pertanto queste sono indicazioni di base, ma “dipende” sempre da chi ci troviamo davanti.
Linee base per l’approccio al cane.
Quando ci approcciamo a un cane sconosciuto, dovremmo sempre fare attenzione alla sua comunicazione perché potrebbe essere un cane troppo irruente, un cane timido o spaventato etc., pertanto dobbiamo curare anche la nostra comunicazione (soprattutto la comunicazione non verbale) se vogliamo interagire con lui. Avviciniamoci al cane facendo una curva, senza andargli incontro direttamente e frontalmente, con movimenti lenti e rilassati e senza fissarlo. Cerchiamo di rimanere eretti ponendo il nostro corpo a trequarti rispetto al suo; manteniamo una certa distanza in modo da non invadere lo spazio “intimo”, e di sicurezza per entrambi. Anche la nostra mimica facciale ha molta importanza e pertanto è opportuno avere espressioni rilassate e dolci, non minacciose. Ricordiamoci inoltre che per il cane un modo importantissimo per conoscersi è l’olfatto. Facciamoci quindi annusare se ci stiamo approcciando correttamente a un cane. Con un cane eccitato o irruente dovremmo inoltre badare al nostro abbigliamento, evitando indumenti “svolazzanti” che potrebbero ulteriormente eccitarlo. A questo punto possiamo valutare se presentarci o no. Se il cane ci salta addosso, o se solamente inizia a saltellare, giriamoci un poco allontanandoci. Anche con un cane timoroso dobbiamo badare al nostro abbigliamento, poiché potrebbe spaventarsi. Avviciniamoci al cane senza invadere la sua sfera intima, sempre con calma e rilassatezza, senza ritmi scostanti. Accucciamoci dandogli le spalle o restando di fianco rispetto a lui senza invadere la sfera individuale, evitare lo sguardo diretto e minimizzare al massimo i movimenti del corpo. Se il cane si avvicina, facciamoci annusare la mano, dandogli comune modo di esimersi da ulteriori interazioni costrittive e permettendogli di allontanarsi spontaneamente. E’ bene ricordare che ogni cane è un individuo con la propria personalità, pertanto queste non sono regole fisse.
Le presentazioni tra cani che non si conoscono dovrebbero avvenire in libertà. Purtroppo nella vita di tutti i giorni ciò non è possibile e “se proprio” possiamo attuare delle accortezze per rendere l’incontro piacevole e positivo, e privo di fraintendimenti che potrebbero insorgere in risse o possibili litigi. Quando vogliamo fare incontrare due cani, ogni binomio dovrebbe fare attenzione alla traiettoria, percorrendo una curva e lodando il cane ogni volta che da segni di rilassatezza, e giungendo all’incontro con i guinzagli NON in tensione. Attenzione perchè anche con una corretta modalità, se non si leggono anche i più piccoli segnali che si mandano i cani, potrebbe poi succedere qualcosa di spiacevole. Siate sempre pronti al “non incontro”. Se i cani si sono avvicinati senza dare segnali di disagio, insofferenza o avvisi offensivi, fate in modo che abbiano la possibilità di annusarsi liberamente. Allo stesso modo, il saluto di commiato andrebbe compiuto dopo che i cani si sono serenamente conosciuti avendo mostrato piacevolezza nell’interazione. In tutto ciò il ruolo del compagno umano dovrebbe fungere da mediatore (conoscere bene la comunicazione del cane) e qualora ci fossero dei segnali di disagio da parte del cane, saperli cogliere e interrompere la situazione, “anticipando” eventi spiacevoli, chiudendo l’interazione in maniera positiva. Ognuno se ne andrà per la sua strada serenamente.
Al guinzaglio
dal punto di vista del cane.
Molte persone lamentano che il proprio compagno a quattro zampe non ha un buon rapporto con il guinzaglio perché alcuni tirano, altri si bloccano, qualcuno va a zig zag e altri ancora lo mordono. Naturalmente questi comportamenti hanno spesso significati profondi che possono essere le aspettative quotidiane non riposte, timore e altro ancora, ma oggi mi soffermerò su questo strumento.
Proviamo a immedesimarci in loro, ad immaginare di essere noi portati al guinzaglio da qualcuno. Per fare in modo che questo possa avvenire serenamente dobbiamo fidarci di chi ci “conduce”. Il nostro accompagnatore dovrebbe avere la sensibilità e l’empatia di capire quali sono i nostri punti deboli, quali sono per esempio posti, persone o cani che ci intimoriscono o che ci inquietano. Quando scegliamo di convivere con un cane, che sia cucciolo o adulto, dovremmo fermarci a pensare che cosa significa andare al guinzaglio per un cane. Il cane deve affidarsi completamente a noi, qualsiasi cosa decidiamo di fare, e seguirci. Alle volte però anche i nostri buoni intenti, il desiderio di renderli felici, possono non essere corrisposti da quel cane. Capita sovente che si voglia socializzare il cucciolo anche al guinzaglio, magari costringendolo a farsi toccare dagli sconosciuti. Non a tutti i cani piace farsi toccare, nemmeno ai cuccioli. Il guinzaglio quindi deve essere vissuto molto serenamente, il cane deve sentirsi protetto e a proteggerlo siamo noi, comprendendo che per il suo bene non tutti hanno il diritto di toccarlo.
Al guinzaglio non può esimersi da ciò che gli crea stress e disagio e se noi non siamo in grado di tutelarlo finiremo col perdere la sua fiducia, o non averla. In commercio esistono molti tipi di guinzagli dai più lunghi ai più corti e anche la lunghezza ha molta importanza. Spesso si pensa che usare un guinzaglio molto lungo dia libertà, ma non sempre è così perché sovente lo spazio tra noi e la fine del guinzaglio lascia il cane allo sbando, in balia di se stesso, sentendosi costretto a difendersi da solo, come sa, come può (abbaiando, ringhiando, tentando un’inutile fuga). Non è detto che un guinzaglio di tre metri non vada bene in alcuni contesti e per alcuni soggetti, ma dobbiamo essere sempre noi a valutare come può sentirsi il cane. Personalmente quelli che preferisco sono proprio i guinzagli da tre metri, detti anche “guinzagli da addestramento” quelli che hanno due moschettoni, uno per ogni capo e quindi utilizzabili a mezza lunghezza (un metro e mezzo come vuole la legge in ambiti urbani); perché anche se non è corretto portare i nostri cani in ambienti che li mettono a disagio, in momenti particolari, ma anche in situazioni di emergenza, possiamo sempre accorciare la lunghezza e farlo sentire più vicino e difeso. Certamente non sarà mai un guinzaglio a creare una relazione, ma che i nostri cani si sentano capiti anche al guinzaglio, perché abbiamo imparato a muoverci e a comunicare correttamente con loro e per loro, indubbiamente li aiuta a fidarsi di noi. Sicuramente però non sarà mai un sottile guinzaglio – collare in corda seppure bloccato, ma su un cane forte tiratore, o un guinzaglio legato al collare a strozzo, o ancora un flexi che blocchiamo e rilasciamo ripetutamente senza tenere conto di come si sente il cane (yo-yo) a fare in modo che la nostra relazione con lui migliori; questo crea dolore, stress ed emozioni negative.
Altre volte ci sono cani costretti a interagire tra consimili, che ne farebbero volentieri a meno anche da liberi, figuriamoci legati al guinzaglio. Non è necessario che si verifichi una rissa per vivere situazioni di forte stress e subire emotivamente. Pensiamo a noi, pensiamo di essere a goderci una gita e qualcuno di cui pensavamo di fidarci ci costringe poi a interagire con persone che davvero non ci piacciono mettendoci in grande difficoltà. A volte è sufficiente una breve distanza per farci suscitare emozioni come rabbia, tristezza, paura e restare in ansia; per i cani è anche peggio perché loro non possono allontanarsi.
La base della prossemica canina.
Ponendo sempre attenzione a razza, sesso, età e soggettività,retaggio etc.
3 Zona individuale: E’ usata tra cani AMICI, c’è il contatto per esempio durante il gioco. Attenzione però a non confondere gli altr i segnali durante l’avvicinamento.
4 Zona intima: E’ usata tra partner , dove il contatto fisico denota molta confidenza, serenità e intesa. * Si precisa che anche cani che vivono nella stessa possono non volere per tutta la loro vita un rapporto così confidenziale.
La comunicazione Paraverbale: Prossemica, cinetica, gestualità…
La prossemica definisce la disposizione del corpo e quindi ciò che l’emittente sta comunicando al destinatario. Come di consueto dobbiamo tenere sempre presente la soggettività del cane cui stiamo esprimendo le nostre intenzioni. Queste sono solamente linee indicative che possono aiutarci a capire il soggetto cui ci approcciamo, per iniziare a costruire una relazione.
- Un cane timido potrebbe sentirsi invaso se ci chiniamo su di lui, pertanto attraverso il nostro corpo, con la prossemica, la postura, ma anche con la mimica facciale dovremmo dargli modo di capire che non vogliamo essere minacciosi.
- Teniamo il giusto spazio tra noi e il cane, con una leggero piegamento del busto all’indietro in modo da infondere armonia e fiducia.
- Alle volte con soggetti più irruenti possiamo dare un segnale di chiusura incrociando le braccia, ponendoci a quarantacinque gradi rispetto a lui.
- Avere una postura rilassata con le braccia lungo i fianchi, può trasmettere fiducia.
- Unendo la prossemica alla cinesica, possiamo allontanarci dando le spalle al cane che potrebbe essere invogliato a venire con noi.
- Viceversa andando incontro frontalmente a un cane può essere utile per fermarlo, ma può anche risultare una minaccia.
- Con un soggetto timoroso possiamo aiutarlo interponendoci tra lui e l’ente problematico.
- Una postura frontale con braccia aperte potrebbe limitare un cane insicuro o innervosire un altro soggetto.
- Allineati fianco a fianco, collaboriamo…
Dalla possessività alla collaboratività.
Non rubando oggetti di bocca al cane ma Scambiandoli con degli altri a lui graditi rinforzeremo la fiducia del cane nei nostri confronti e avremo una relazione sempre più solida ed empatica.
Giochiamo insieme! – Scambio – collaborazione – relazione!
Scambiare un oggetto con il cane aumenta la collaboratività e fortifica la fiducia del cane nei confronti del compagno umano. Il cane impara così che non gli si vuole rubare una risorsa ma scambiarla con un’altra. Questo farà in modo che il cane diminuisca la possessività e sia più invogliato a cooperare con il proprietario piuttosto che tenersi e difendere la risorsa, portarla in cuccia e magari distruggere le nostre scarpe preferite. Alle volte poi, può capitare che i nostri cani (cuccioli) siano particolarmente attratti da oggetti che noi custodiamo gelosamente, incuriosendoli così ad esplorarli, alla prima occasione…
L’utilità del gioco nell’apprendimento.
Ponendo sempre attenzione alle motivazioni di ogni razza e alla soggettività di ogni singolo individuo, ogni gioco se fatto correttamente e adeguatamente, arricchisce il background dei nostri cani dando loro feedback positivi.
- Giochi esplorativi si basano sull’analisi di un giocattolo o di un oggetto; aumentano le conoscenze del cane e gli danno modo di imparare a conoscere materiali nuovi da esplorare con la bocca, le zampe etc, udire rumori nuovi etc.
- I giochi solutivi (problem solving) non solo aumentano le conoscenze del cane, ma insegnano proprio a risolvere problemi imparando inoltre a usare meglio le varie parti del corpo, e danno riflessività.
- *Anche i giochi cinestesici, attraverso il movimento aumentano il piano prossimale di esperienza del cane dandogli modo di avere maggiore consapevolezza del proprio corpo e se fatti adeguatamente migliorano le interazioni tra cane e proprietario.*Alcuni potrebbero a lungo avere delle controindicazioni stimolando la motivazione predatoria del cane.
- I giochi collaborativi, danno modo di rafforzare la relazione . Per esempio il riporto, può anche diminuire la possessività, facendo attenzione a non rubare l’oggetto al cane, ma scambiandolo con un altro.
- I giochi competitivi come per esempio il tira e molla potrebbero essere controindicati per un soggetto già possessivo, ma dare autostima a un cane insicuro. Fare attenzione a non sovreccitare il cane.
- I giochi mnemonici come nell’esempio (mostro al cane dove pongo un riportello, lo invito a tornare con me, dopo qualche tempo gli chiedo di andare a cercarlo), non solo lavorano sulla memoria e sulla concentrazione, ma incentivano anche la collaboratività tra cane e proprietario.
- I giochi di fiuto. Con le attività di fiuto, nose work, entreremo nel vivo del meraviglioso mondo del cane. Attraverso queste attività amplieremo l’affiliazione, il cane saprà perlustrare ed esplorare meglio, acquisendo e aumentando le sue capacità, diventando più riflessivo.
Con le giuste indicazioni sapremo come far convivere serenamente cani e bambini senza il rischio di incidenti.
Per una passeggiata più dinamica senza monotonia, possiamo inventarci dei piccoli ostacoli da superare, facendo sempre attenzione al salute fisica del cane e al suo livello di piacevolezza. Durante le passeggiate con i nostri cani è divertente e istruttivo fare delle attività insieme che possono essere anche giochi di ricerca.
Per una serena convivenza nel rispetto di tutti
Alle volte ci troviamo in difficoltà con i nostri amici a quattro zampe, proprio nei luoghi a loro destinati e che dovrebbero fargli trascorrere momenti gioiosi e rilassanti.
Spesso ci troviamo difronte a situazioni che non solo mettono a disagio noi ma i cani stessi.
Alcune piccole regole da rispettare sono proprio gli incontri tra cani. Capita sovente in aree a loro destinate ma in cui possono passeggiare solo al guinzaglio, che si trovi un cane vagante e che addirittura viene a importunare il nostro legato al guinzaglio. Ciò non dovrebbe accadere perché come tra noi esseri umani, non tutti andiamo d’accordo con tutti e succede anche tra cani con la conseguenza che potrebbero verificarsi spiacevoli incidenti.
Lo stesso vale quando si entra in un’area recintata in cui i cani possono stare liberi: sarebbe opportuno per chi è già all’interno, richiamare i propri cani di modo da non invadere la soglia a coloro che si apprestano a varcarla poiché è molto maleducato nel galateo canino e ciò potrebbe creare dissidi. Non meno importante per coloro che si accingono a entrare nell’area, è chiedere se i cani già al suo interno “possono” andare d’accordo. Una cosa carina da fare con i nostri cani prima di farli entrare in un luogo circoscritto potrebbe essere quella di fare una passeggiata nei dintorni e permettergli di annusare tutti gli odori che per loro sono interessanti e che servono a comunicargli informazioni sugli altri cani. Tutti devono avere la possibilità di entrare in area cani e divertirsi INSIEME al proprio cane, però non tutti i cani vanno d’accordo con gli altri e pertanto il buonsenso di noi compagni umani dovrebbe farci capire che è possibile una turnazione equa.